Anche sul fronte previdenziale si profila il tentativo di muoversi in modo in un certo senso allineato con un primo intervento presente nel Ddl di bilancio appena trasmesso alla Camera.
La manovra 2017 riduce a regime l’aliquota contributiva per i professionisti freelance non iscritti a Casse private al 25% a partire dal 2017, disinnescando così una volta per tutte l’aumento progressivo disposto dalla riforma Fornero del mercato del lavoro e poi congelato mantenendo l’aliquota al 27% negli ultimi anni.
Ora un ordine del giorno del Pd al Jobs act autonomi – prima firmataria Annamaria Parente, capogruppo democratica in commissione Lavoro al Senato – punta a impegnare il Governo a una revisione complessiva del sistema previdenziale dell’intero comparto del lavoro autonomo (artigiani, commercianti, agricoltori e professionisti non ordinisti) suddividendo la gestione separata tra professionisti (circa 205mila) e parasubordinati.
Un intervento pensato in chiave semplificazione con la creazione di due gestioni Inps: una relativa ai lavoratori dipendenti e parasubordinati e l’altra relativa all’unificazione di artigiani, commercianti, agricoltori e professionisti. E questo, secondo i senatori Pd, potrebbe garantire «un’uniformità di rendimenti e prestazioni uguali per aree omogenee e si risolverebbe la problematica di equilibrio finanziario tra le varie gestioni che oggi esiste.
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