MILANO - Gli esiti degli stress test sulle assicurazioni europee si conosceranno solamente a inizio dicembre ma le prime indicazioni sulle valutazioni dell'Eiopa sono positive per le compagnie italiane; così come sono positive le stime sul bilancio 2014 del settore. «Nei primi sei mesi dell'anno», ha spiegato ieri il presidente dell'Ania, Aldo Minucci, in occasione del sedicesimo “Annual Assicurazioni” organizzato dal Sole 24 Ore in collaborazione con Bcg Group, l'utile netto del settore «si è attestato a 3,8 miliardi di euro, dato che si confronta con i 3,1 miliardi della prima metà del 2013; un risultato «particolarmente soddisfacente», ha evidenziato Minucci, che porterà le compagnie assicurative italiane a chiudere l'intero 2014 in «miglioramento» rispetto al 2013. Certo, le criticità industriali, regolamentari e finanziarie che il comparto deve affrontare sono molte: dal nuovo contesto competitivo, alle novità di Solvency II, dalla fine del ciclo favorevole nel settore Rc Auto (altro servizio in pagina) allo scenario prolungato di tassi bassi. Tuttavia, gli stress test dell'Eipoa «che hanno incluso un'analisi sul rischio bassi tassi», ha spiegato ieri Alberto Corinti, consigliere dell'Autorità di vigilanza Ivass, sembrano dare prime indicazioni positive «grazie a una prudente definizione delle garanzie sul passivo» delle compagnie italiane. Insomma, i risultati degli stress test Eiopa – esercizio articolato su molti altri aspetti – si vedranno a suo tempo ma potrebbero riconoscere la «solidità patrimoniale dell'industria assicurativa italiana» sottolineata ieri anche da Minucci. Patrimonializzate o meno, le sfide per le assicurazioni restano comunque molte: l'Ivass, che ha appena varato un provvedimento per permettere alle assicurazioni di erogare credito diretto, «includendo i finanziamenti alle imprese – ha detto Corinti – negli attivi a copertura delle riserve tecniche», è convinta che una maggiore «diversificazione degli investimenti sia un lato positivo per le imprese» alla ricerca di maggiore profittabilità nel lungo periodo. Ma l'Istituto deve ovviamente monitorare un passaggio complesso di autorizzazioni e verifiche sulle strutture tecniche che nasceranno, così come sta presidiando i numerosi rischi di implementazione di Solvency II – analizzati ieri da Bruno Giuffré di Dla Piper – e quelli di esposizione al debito sovrano. Il dato nuovo, poi, è che il settore è entrato in una fase di forte competitività e che, come stimato da Davide Corradi di Bcg, sia nei rami auto sia in quelli casa «le fonti tradizionali di ricavi diminuiranno e sarà necessario andare a trovarne di nuove». Camillo Candia, ceo di Zurich Italia, ha sottolineato che in particolare nel settore auto «il tasso di rinnovo delle polizze con la stessa compagnia, che era storicamente oltre il 90%, oggi si è ridotto per tutti in misura significativa»; la fine di un ciclo che però potrebbe trovare una compensazione nell'«esplosione del tema della responsabilità civile» non auto, ramo che insieme a quello dei rischi informatici è individuato da Candia fra quelli a forte tasso di crescita. Di opinione simile Giovan Battista Mazzucchelli di Cattolica, secondo il quale «l'infedeltà degli assicurati è un fenomeno inarrestabile» che va gestito con maggiori servizi e sviluppo di altri rami danni. Dominique Uzel, ceo di Groupama Assicurazioni, ha sottolineato – in aggiunta al «ciclo meno favorevole» – le penalizzazioni in arrivo alle compagnie di minori dimensioni in arrivo con Solvency II; uno scenario che richiede alle piccole assicurazioni una velocità di reazione maggiore ai mutamenti di mercato e più investimenti in tecnologia. Molte insidie che Patrick Dixneuf ha sintetizzato in positivo: «I prezzi delle polizze auto – ha detto il ceo di Aviva – stanno calando ma è un'opportunità; il costo minore libererà risorse nei bilanci familiari offrendo agli assicuratori nuove chance di sviluppare gli altri rami», a iniziare da quello del risparmio.