Sindaco del Comune di Trieste dal 2001 al 2011, Roberto Dipiazza decide di assumere una responsabilità politica già nel 1996, quando viene eletto Primo Cittadino del Comune di Muggia, vincendo le elezioni sul concorrente Giorgio Rossetti, parlamentare europeo ed esponente della sinistra.
A conclusione di questa prima, importante esperienza amministrativa – molti i progetti avviati e realizzati durante i cinque anni di mandato, fra i quali si ricordano il complesso turistico di Porto San Rocco, la riqualificazione urbanistica del centro, il Museo d’Arte Moderna Carà, il Percorso Archeologico di Muggia Vecchia– Roberto Dipiazza si candida a Sindaco di Trieste e vince le elezioni sull’esponente proposto dall’Ulivo, l’imprenditore Federico Pacorini, proprio grazie al grande consenso ottenuto nella cittadina istro-veneta.
Residente a Trieste dall’infanzia, Roberto Dipiazza nasce ad Aiello del Friuli, il 1° febbraio 1953 e, a conclusione del suo percorso scolastico, dopo aver effettuato il servizio militare nel Reggimento lagunari “Serenissima”, entra nel mondo del lavoro che affronta con concretezza, riuscendo a costruire gradualmente una rete di supermercati, affermandosi come imprenditore di successo nella grande distribuzione.
Un impegno professionale appassionante, perseguito da Roberto Dipiazza durante i quindici anni da sindaco, vissuto con entusiasmo anche per mantenere vivo il contatto con la realtà quotidiana e con le problematiche del lavoro.
Formatosi politicamente con Forza Italia, alle amministrative del 2006 si ricandida, insieme al centrodestra, con la propria lista civica “Dipiazza per Trieste” e, con il 51% dei consensi, vince le elezioni sul parlamentare Ettore Rosato, proposto dalla coalizione di centro-sinistra. Riconferma così il mandato di Sindaco del capoluogo giuliano fino alla naturale scadenza, nel 2011.
Si candida, quindi, a consigliere comunale con la sua lista, sempre a sostegno del centrodestra, ottenendo il record di preferenze nonostante la sconfitta elettorale del candidato della sua coalizione.
Nominato Commendatore della Repubblica nel 2000 e Grande Ufficiale nel 2004, in qualità di Primo Cittadino è stato Presidente del Teatro Lirico Comunale "Giuseppe Verdi", e ha presieduto, per alcuni anni, la società che gestisce l’Aeroporto di Trieste-Ronchi dei Legionari. È stato anche Amministratore delegato del Terminal Intermodale di Trieste–Fernetti, mettendo così a disposizione le sue capacità imprenditoriali allo sviluppo della cultura, della logistica e dello sport (ricoprendo la carica di Presidente della Pallacanestro Trieste).
Quale Sindaco di una città mitteleuropea, multietnica e multi religiosa, Roberto Dipiazza ha saputo cogliere l’identità di Trieste, promuovendo con forza alcuni valori universali: l’educazione, la tolleranza, il senso civico, il rispetto per l’ambiente.
In un territorio dal passato tragico, dal quale è forse fiorito proprio il senso di alta civiltà, Roberto Dipiazza ha legato il suo nome alla ricostruzione della normalità dei rapporti con le vicine Repubbliche di Slovenia e Croazia, riconsegnando la città, alla fine del suo mandato, al ruolo di capitale internazionale che le spetta, al centro della Nuova Europa.
Resterà immutato il ricordo del Concerto dell’Amicizia del 13 luglio 2010 in Piazza dell’Unità d’Italia, quando il maestro Riccardo Muti diresse un’orchestra e un coro composti da giovani musicisti italiani, sloveni e croati. Un momento magico – come è stato definito dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napoletano, riprendendo proprio le parole di Roberto Dipiazza – dal punto di vista storico e politico, fortemente voluto dal Comune di Trieste, al quale parteciparono anche il Presidente della Repubblica di Slovenia Danilo Türk e il Presidente della Repubblica di Croazia Ivo Josipovic.
In questa direzione, nel segno di una nuova apertura della città, sono stati realizzati, in dieci anni di sua amministrazione, la maggior parte dei più importanti programmi di sviluppo del capoluogo giuliano: dalla Grande Viabilità Triestina, alla riqualificazione delle Rive e di molte zone della città, all’avvio del recupero dell’intera area del Porto Vecchio, oltre 65 ettari nel cuore di Trieste.
Tutti progetti di grande valenza economica e sociale, da cui dipende buona parte del futuro di Trieste e dell’intera regione Friuli Venezia Giuli